Parola del giorno: “unboxing”

Corrono i tempi e corre la nostra lingua, che con la portata rivoluzionaria del digitale viene ad arricchirsi di termini nuovi, che improvvisamente ci appaiono famigliari, come se li usassimo da sempre. Non c’è un reel su instagram o un video su youtube in cui non si senta il termine unboxing. Ma che cosa significa e da dove viene? Utilizzato e originatosi nel mondo dei nuovi media, si tratta di un sostantivo maschile, appartenente alla categoria grammaticale dei nomi invariabili, che indica l’azione di togliere per la prima volta dalla sua scatola o dal suo imballaggio un prodotto acquistato online; il tutto mentre si è videoregistrati o ripresi in tempo reale, al fine di mostrare l’oggetto in tutte le sue caratteristiche, allo scopo di recensirlo e sponsorizzarlo, guidando così le persone nell’acquisto del prodotto stesso. Ma chi sono gli unboxisti, ci chiederemmo noi, italianizzando tale anglismo? Sono blogger, youtuber, esperti del settore, influencer, che occupano spazi sempre più larghi del nostro abitacolo sociale, la cui opinione sembra avere un effetto sempre più condizionante, soprattutto sul target più giovanile. Personalmente trovo molto utile l’opinione di un esperto, relativamente ad un prodotto che intendo acquistare, magari per regalarlo a qualcuno, e di cui io stessa non capisco molto, rispetto a ciò che può o non può fare. Ma torniamo alla questione. In prospettiva etimologica, il termine ‘unboxing‘ corrisponde ad un prestito dall’inglese non adattato e formato dall’unione del suffisso privativo un- e dal sostantivo box ‘scatola’, a ripresa, per quanto riguarda il significato, del verbo di azione to unbox ‘spacchettare’. La prima attestazione del termine risale al post di un blogger sul Nokia N95 del 2007, ma ci sono voluti più di dieci anni perché dilagasse nel nostro italiano, inerentemente alla nuova moda in voga sulle piattaforme social di postare la tipologia di video soprascritta.

M.A.

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