Comunicare per farsi capire. E voi, lo sapevate?

“Lui/lei non mi ha raccontato di quella volta in cui…”, “l’altro giorno lui/lei ha ricevuto una chiamata e non mi ha detto chi fosse”, “in passato ha avuto questo problema e non capisco perchè non me ne abbia mai parlato prima…”, “ieri, non mi ha scritto per tutto il giorno…”. Quanti di voi si riconoscono in queste parole? I problemi di coppia sembrano essere inclusi nel pacchetto vita-insieme senza che possiamo farci nulla. E il più delle volte tali problemi nascono da difetti comunicativi, assolutamente risolvibili e naturali.Comunicare, si sa, è la condicio sine qua non per far funzionare qualsiasi relazione. Quando si è in coppia non è sempre facile aprirsi con l’altro, e spesso la non comunicazione genera incomprensioni legate ad una diversa percezione del problema. Allora è necessario riflettere su cosa ci spaventi dal confidarci a cuore aperto con il nostro partner. Nessuna reazione dovrebbe ostacolarci o limitarci ad esporre turbamenti e disagi. Le persone non dicono ciò che reputano superfluo senza tener conto di quanto possa essere importante per l’altro. Ed ecco che la scelta di non comunicare viene percepita come carenza di attenzione dall’altro, che non sentendosi considerato mostra segnali di frustrazione e sofferenza tali da far vacillare l’equilibrio di coppia. Ma quello che spesso possiamo scambiare per carenze del partner non sono altro che differenti stili comunicativi, una differente educazione, o ancora una diversa abitudine che non riusciamo a tollerare per il semplice fatto che: “non è ciò che avremmo fatto noi al suo posto”. Il nostro schema mentale ci offre l’assist per dire che siamo noi a stare nel giusto, mentre l’altro è in errore solo perchè non ha agito come avremmo fatto noi. La verità, però, è che uomini e donne sono fisiologicamente diversi, e parlano in modo diverso. Come si fa allora a restare con i nervi saldi quando il nostro partner sceglie di non condividere questioni che noi riteniamo essere importanti, lasciandoci al di là del muro? Senza dubbio, aiuta pensare al fatto che ognuno di noi ha i propri tempi e i propri spazi per compiere qualunque tipo di azione (e rispettare gli spazi e i tempi comunicativi dell’altro è pur sempre fondamentale). Ma noi non ci riusciamo proprio, siamo cosi attratti dal dramma, in tutte le sue tipologie, che siamo risucchiati dal circolo vizioso del “stasera mi sente” o del “adesso, ci penso io a te”, come se mettere in pratica la più originale delle vendette ci faccia sentire bene. E litigare in coppia è ok, però cerchiamo di considerare che alla base di una discussione con un patner ci sono spesso pensieri relativi, come ‘non si fida di me”, “non sono così importante per lui”, “non ci tiene abbastanza”, che neanche lontanamente si avvicinano alla realtà dei fatti. Certamente per averli pensati una qualche spinta deve esserci stata, ma non necessariamente drammatica ed irrosolvibile. E allora, quella volta può non averti raccontato del suo aperitivo con gli amici, perchè davvero se ne è dimenticato e non perchè gli amici corrispondevano ad una bionda di un metro e ottanta. Oppure, lei può non aver condiviso con te una questione delicata, perchè le provocava un forte disagio e non perchè non ci tiene abbastanza a te/voi. Certamente si può migliorare in un rapporto di coppia, affinchè la comunicazione e la reciproca comprensibilità non manchi mai. Va bene quindi prendersi del tempo, purchè non si condanni l’altro ad una attesa infinita.  Comunicare quello che si ha dentro, che siano pensieri, paure, passioni, progetti di vita, significa mettere l’altro al proprio livello. Per questo comunicare diventa un atto di rispetto, di stima, di considerazione dell’altro che rientra nel significato più profondo della condivisione. Non importa il tempo che si impiega nel farlo e non importa il modo, importa che si faccia. Tendendo conto che il nostro partner non può leggerci nella mente e per quanto a noi qualcosa possa sembrare palese, non è detto che lo sia anche per lui/lei. Perciò, sarà necessario esprimere i nostri bisogni nel modo più chiaro possibile, proprio perchè nella realtà non è così facile e scontato indovinare i bisogni insoddisfatti dell’altro. Senza trarre conclusioni affrettate, bisogna tener a mente che stare insieme ad un’altra persona significa tollerarne difetti e differenze da quello che è il nostro modo di fare e che sono le nostre abitudini. Tutto allora diventa compromesso, un andare incontro all’altro giorno per giorno, supportato dal sentimento che spesso allevia le fatiche di drammi davvero inutili.

 

 

 

M.A.

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