IL FILO NASCOSTO
(Phantom Thread) di Paul Thomas Anderson; con Daniel Day-Lewis, Vicky Krieps, Lesley Manville. USA/A GB 2017, 130’.
Londra, anni Cinquanta. Il rinomato sarto Reynolds Woodcock (personaggio ispirato al celebre couturier Charles James, maniaco risaputo, interpretato da un Daniel Day-Lewis sontuoso), fa palpitare il cuore della moda britannica, realizzando vestiti per la famiglia reale, star del cinema, celebrità mondane. Dirige la sua house of couture, la celebre House of Woodcock, inconfondibile marchio di stile e bellezza, affiancato da Cyril (l’austera e meravigliosa Lesley Manville), sorella e socia. “Scapolo impenitente”, come si definisce da subito Woodcock, abituato ad una routine maniacale, senza ‘rumori’ fuori programma, e bramato da tutte le donne che entrano ed escono nella sua vita, crede che l’amore gli sia precluso, fino all’incontro con Alma, cameriera in un hotel della costa dove Woodcock si ferma per una colazione, che di fronte all’irresistibile fascino dello stilista, decide di seguirlo a Londra, dove diventerà sua amante e musa. Ben presto, dunque, la vita di Woodcock fino a quel momento “cucita su misura”, controllata e pianificata, sarà stravolta. Candidato a 6 premi Oscar per miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Day-Lewis), miglior attrice non protagonista (Lesley Manville), miglior colonna sonora e migliori costumi, appare come un “filo nascosto” che lega i precedenti capolavori The Master e Vizio di Forma, e rappresenterebbe anche una sorta di tentativo di dare nuova dignità cinematografica al romanzo Rebecca, la prima moglie di Daphne Du Maurier e di omaggiare il film che Alfred Hitchcock ne ha tratto nel 1940, spinto dalla voglia di raccontare una storia dove l’eleganza (formale, degli abiti, delle persone, dei modi) la facesse da padrona. Ottavo lungometraggio del regista americano, e secondo realizzato assieme all’attore irlandese, dopo Il petroliere, film del 2007 tratto dal romanzo di Unpton Sinclair Petrolio!, stando a quanto dichiarato dallo stesso Day-Lewis alla stampa, sarebbe anche l’ultimo. Il filo nascosto è un film che alla maniera del coevo La forma dell’acqua (The shape of water), diretto da Guillermo del Toro e premiato con il Leone d’oro al 74° Festival del Cinema di Venezia, aiuta a capire se stessi e l’amore, vero protagonista del film, in tutte le sue sfaccettature. L’amore di Reynolds Woodcock per il suo lavoro. L’amore per sua madre, la cui scomparsa sembra aver lasciato un vuoto incolmabile nell’animo del protagonista. L’amore per Alma. Un amore audace, “never cursed”, dagli imprevedibili sviluppi, inteso come esperienza di solitudine per la quale comunque vale la pena lottare. Il filo nascosto si consacra a film di tessuti e di superfici, dove della moda non vediamo la sua dimensione immaginaria e iconica, ma solo la sua materia. Sono moltissime le scene dove i tessuti vengono toccati, tagliati, cuciti, misurati. Ma ciò che sorprende di più è che questi tessuti non smettono mai di raccontare. Del resto, “dentro l’imbottitura di un abito ci puoi nascondere qualsiasi cosa: segreti, monete, ricordi…”.
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